EFFICIENZA ENERGETICA E DECARBONIZZAZIONE, LA VERA SFIDA DI COP21

Il World Energy Outlook (WEO),  pubblicazione annuale elaborata dall’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), presentato a Roma il 12 dicembre,  fornisce la prima completa disamina della nuova era inaugurata dall’Accordo di Parigi,  mostrando come si evolverà il settore energetico da qui al 2040, sempre che i 190 Stati firmatari mantengano  gli impegni presi.

Nel 2015 le emissioni di CO2 correlate all’energia sono rimaste stabili sia per la riduzione pari all’1,8% dell’intensità energetica dell’economia globale, sia per la diffusione su scala mondiale dell’utilizzo di fonti di energia più pulita, per lo più rinnovabili.  Il WEO 2016 ha evidenziato una quota crescente di circa 1.800 miliardi di dollari impiegati ogni anno nel settore energetico, che è stata assorbita da investimenti in energia pulita e un calo vertiginoso degli investimenti nello sviluppo di petrolio e gas. Il fabbisogno energetico mondiale continua a crescere: da qui al 2040 la richiesta di energia aumenterà del 30%, con un maggior sviluppo delle fonti di energia più moderne.  La distribuzione dell’energia però non risulterà omogenea: oltre 500 milioni di persone continueranno a non avere accesso all’elettricità e 1,8 miliardi utilizzeranno ancora nel 2040 la biomassa solida per la cottura dei cibi.

A livello globale le energie rinnovabili e il gas naturale sono le forme di energie più utilizzate nei prossimi anni: le fonti rinnovabili da qui al 2040 registreranno la crescita più sostenuta, mentre tra i fossili è il gas naturale a crescere maggiormente con un aumento del 50%.  Con un tasso di incremento annuo importante del 1,5% lungo il periodo di proiezione, il mercato del gas naturale sarà inoltre reso maggiormente flessibile dal raddoppio del commercio di gas naturale liquefatto (GNL). Registreranno un calo la domanda di petrolio che raggiungerà nel 2040 i 103 milioni di barili al giorno e quella del carbone che in seguito a preoccupazioni ambientali diminuirà in Europea e negli Stati Uniti, rispettivamente del 60% e del 40% da qui al 2040. La domanda petrolifera invece si concentrerà nel trasporto merci, nell’aviazione e nella petrolchimica, aree in cui le alternative disponibili sono scarse, mentre l’offerta sarà sempre più concentrata in Medio Oriente. La IEA ha inoltre registrato un continuo spostamento del baricentro dei consumi elettrici verso i Paesi in via di industrializzazione e di urbanizzazione come l’India, il Sud Est asiatico e la Cina, così come l’Africa, l’America Latina e il Medio Oriente.

A livello globale gli investimenti necessari per il settore energetico ammonteranno a 44 miliardi di dollari, il 60% dei quali destinati a fonti come il gas, il petrolio e il carbone e il 20% a fonti di energia rinnovabili. Affinché aumenti l’efficienza energetica, saranno necessari ulteriori investimenti per 23 miliardi di dollari. Ciò dimostra che sarà necessaria una riallocazione degli investimenti dalle fonti fossili alle rinnovabili e a quelle a bassa intensità di carbonio, come il nucleare e i sistemi di cattura e stoccaggio delle CO2. Attualmente i Paesi stanno rispettando gli impegni di Parigi, in molti casi superando le aspettative. La IEA mostra che le emissioni di CO2, in calo da una media di 650 milioni di tonnellate all’anno nel 2000 a circa 150 milioni di tonnellate all’anno nel 2040, non riusciranno a limitare l’aumento della temperatura a 2 °C, come previsto dall’Accordo di Parigi. Il WEO 2016 ha infatti registrato un aumento della temperatura globale a più di 2,7 °C e quindi un riscaldamento globale superiore a quello previsto. È necessario quindi azzerare l’incremento delle emissioni quanto prima (tra il 2040 e il 2060), attuando fin da subito una riduzione di quelle generate dal settore energetico, grazie a un processo di decarbonizzazione e un aumento dell’efficienza energetica.

L’efficienza energetica è strettamente legata al miglioramento delle prestazioni dei motori elettrici che rappresentano più della metà del consumo attuale di elettricità in una serie di applicazioni finali (ventilatori, compressori, frigoriferi). Nel settore industriale, l’investimento di circa 300 miliardi di dollari previsto, riduce del 5% la domanda elettrica mondiale, consentendo un risparmio entro il 2040 di 450 miliardi da dollari. Per realizzare questo risparmio energetico, è necessaria una regolamentazione stringente sui motori e sui dispositivi elettrici, ma anche l’introduzione di variatori di velocità, l’implementazione di misure volte a migliorare l’efficienza energetica come la manutenzione preventiva.

L’elettricità copre una sempre maggiore quota rispetto alla crescita dei consumi finali di energia, a fronte di una quota di poco superiore al 25% negli ultimi 25 anni, essa rappresenterà il 40% dell’incremento dei consumi nel 2040. Infatti man mano che le automobili elettriche attirano l’interesse dei consumatori, tanti più modelli verranno immessi nel mercato, portando a una riduzione di costo rispetto ai veicoli tradizionali. Il parco mondiale di auto elettriche, che ha raggiunto 1,3 milioni di unità nel 2015 (il doppio rispetto ai livelli del 2014), raggiungerà i 30 milioni nel 2025 e i 150 milioni nel 2040 portando a una diminuzione della domanda di petrolio di 1,3 milioni di barile al giorno.  Più che la continua diminuzione del costo delle batterie, è l’introduzione di politiche di supporto a incoraggiare i consumatori a scegliere i veicoli elettrici. Se queste politiche diventassero più stringenti come previsto nello Scenario 450, tra 25 anni si avrebbero in circolazione 715 milioni di auto elettriche, con una riduzione della domanda petrolifera di oltre 6 milioni di barili al giorno.

Le rinnovabili rappresenteranno circa il 60% di tutta la nuova capacità di generazione al 2040 e la maggior parte dei nuovi impianti sarà competitivo senza il supporto di alcuna incentivazione. Infatti il rapido sviluppo delle fonti rinnovabili porterà inevitabilmente a un abbassamento dei costi: al 2040 il costo medio del solare si ridurrà ancora del 40-70% e quello dell’eolico del 10-25%. el panorama attuale gli incentivi per le energie rinnovabili ammontano approssimativamente a 150 miliardi di dollari all’anno, l’80% dei quali è destinato al settore elettrico, il 18% ai trasporti e circa l’1% alla generazione di calore. L’utilizzo delle rinnovabili diventerà sempre più rilevante nella generazione di calore, arrivando a coprire metà della sua crescita al 2040. Il settore elettrico risulterà fortemente decarbonizzato: l’intensità media delle emissioni correlate alla generazione elettrica prevista per il 2040 risulta di 80 grammi di CO2 per kWh nel 2040 a fronte degli attuali 515.

Fatih Birol, direttore della IEA, lancia la vera sfida da affrontare in futuro “Le rinnovabili fanno grandi passi avanti nei prossimi decenni, ma i loro progressi rimangono in gran parte confinati alla produzione di elettricità. La prossima frontiera per la storia delle rinnovabili è quella di espandere il loro utilizzo nei settori dell’edilizia, dei trasporti e industriali, dove esiste un enorme potenziale di crescita». La riduzione dei costi delle rinnovabili però non sarà di per sé sufficiente a garantire un’efficiente decarbonizzazione della produzione elettrica, saranno necessari cambiamenti strutturali dell’assetto e del funzionamento del sistema elettrico. Un’attenta revisione delle regole e dei meccanismi di mercato è indispensabile per garantire ai produttori il recupero dei costi e consentire al sistema elettrico di operare con il necessario grado di flessibilità.

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