Categoria: Energia

In attesa del 5° rapporto dell’IPCC business as usual

Non c’è pace. Neppure sul clima. Prima di essere reso ufficiale, il V Rapporto del Intergovernmental Panel on Climate Change, IPCC, fa parlare ancora di sé. E’ successo ben due volte in queste settimane precedenti la presentazione prevista per il 27 settembre e sale ancora di più la febbre con fughe di dati e speculazioni. Tanto che l’organismo delle Nazioni Unite – insignito del premio Nobel per la pace 2007 assieme ad Al Gore – ha annunciato con tanto di conferenza stampa, la sua nuova policy.

Qualsiasi bozza anche quella finale è suscettibile di ulteriori modifiche. E’ valido solo il documento ufficiale. Suona come passo obbligato per scongiurare critiche dal fronte ‘negazionista’ (ma non solo) e l’accusa di lasciar deliberatamente trapelare presunti dati (magari poi smentiti nel documento finale) che vengono opportunisticamente utilizzati per disorientare l’opinione pubblica causando un caos informativo.

Come cambieranno i sistemi elettrici Europei nei prossimi 10 anni

Entso-E l’associazione dei gestori di reti di trasmissione europei (TSO) ha pubblicato, come di consueto, il rapporto intitolato “Scenario Outlook & Adequacy Forecast (SO&AF) 2015”  in cui cerca di individuare in maniera precisa quali saranno le risorse necessarie a mantenere in sicurezza il sistema elettrico europeo nel prossimo futuro formulando previsioni che si spingono fino al 2025. Le previsioni vengono effettuate secondo due diversi scenari (uno scenario A più conservativo, uno scenario B con le migliori previsioni dei TSO ed in sostanza con una maggiore penetrazione di fonti rinnovabili, a pag. 11 del report la descrizione precisa dei due scenari).

Al 2020 Entso-e prevede che in Europa la domanda massima di potenza elettrica crescerà meno di quanto previsto nel rapporto dello scorso anno, attestandosi a valori compresi tra 548 e 549 GW, la domanda di picco crescerà a 574-576 GW nel 2025. La domanda di energia elettrica avrà una crescita media pari all0 0,8% tra 2016 e 2025 con un aumento dei consumi europei di 248 TWh. La capacità di generazione complessiva in Europa sarà compresa tra 1.052 GW (Scenario A) e 1.167 GW (scenario B), con un aumento medio annuo dello 0,4% (A) o dell’1,5% (B) rispetto ai 1014-1026 GW attuali. Le previsioni di potenza installata da fonti rinnovabili indicano (scenario B) livelli di crescita elevati, al 2025 in Germania si prevede l’installazione di quasi 140 GW di FER complessivi, in Italia circa 60 GW, una potenza installata simile è prevista anche in Francia e Spagna.

L’IDENTITÀ

Elettricità Futura è la principale associazione del mondo elettrico italiano.
Nata dall’integrazione tra Assoelettrica e assoRinnovabili, rappresenta e tutela, con una formula innovativa, le moltissime aziende, piccole e grandi, che operano nel settore dell’energia elettrica in Italia.

Oggi Elettricità Futura conta oltre 700 operatori con impianti su tutto il territorio nazionale, numeri che la rendono punto di riferimento per l’intero comparto elettrico e la posizionano tra le associazioni più importanti a livello europeo.

La Missione

Elettricità Futura è la principale associazione del mondo elettrico italiano.
Nata dall’integrazione tra Assoelettrica e assoRinnovabili, rappresenta e tutela, con una formula innovativa, le moltissime aziende, piccole e grandi, che operano nel settore dell’energia elettrica in Italia.

Oggi Elettricità Futura conta oltre 700 operatori con impianti su tutto il territorio nazionale, numeri che la rendono punto di riferimento per l’intero comparto elettrico e la posizionano tra le associazioni più importanti a livello europeo

Italia primo importatore netto di elettricità secondo l’IEA

L’agenzia internazionale per l’energia ha pubblicato le Key World Energy Statistics 2013, statistiche sull’energia di lettura molto semplice (a differenza del World Energy Outlook) e che aiutano a farsi un’idea di massima della situazione mondiale per quanto riguarda i consumi di tutte le fonti di energia, sui paesi che producono energia primaria, sui paesi consumatori. I dati utilizzati per le statistiche sono i dati definitivi più aggiornati oggi disponibili, si riferiscono al 2011 e dove possibile al 2012.

Quale gioco per l’Italia nella complicata partita dei gasdotti

Avete presente “Pipe game”, uno dei primi giochi per computer in cui si dovevano unire degli spezzoni di tubo dritto o curvo per collegare due punti opposti sullo schermo? I suoi antenati erano cubi di legno sui quali erano disegnati i tratti di tubo, e i suoi nipoti sono le app che trasferiscono lo stesso concetto in vari giochini per i nostri smartphone. Ebbene, quel giochino è diventato realtà, ma è tutt’altro che un gioco.

Abbiamo già evidenziato su Formiche.net che più della metà dell’energia consumata in Europa proviene da Paesi extraeuropei, mentre l’Italia, importando più di tre quarti del proprio fabbisogno energetico, si trova fra i Paesi del continente con la maggiore dipendenza energetica dall’estero.
Per quanto riguarda i combustibili fossili, l’Europa importa l’88,4% del petrolio che consuma, il 65,3% del gas e il 44,2% del carbone. Per giunta, le importazioni provengono in larga misura da un numero ridotto di Paesi. Più di due terzi delle importazioni di gas naturale provengono, infatti, dalla Russia o dalla Norvegia. Analogamente, metà delle importazioni di petrolio greggio vengono da Russia, Norvegia e Arabia Saudita, e quasi tre quarti delle importazioni di carbone vengono ancora dalla Russia, insieme a Colombia e Stati Uniti.

EFFICIENZA ENERGETICA E DECARBONIZZAZIONE, LA VERA SFIDA DI COP21

Il World Energy Outlook (WEO),  pubblicazione annuale elaborata dall’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), presentato a Roma il 12 dicembre,  fornisce la prima completa disamina della nuova era inaugurata dall’Accordo di Parigi,  mostrando come si evolverà il settore energetico da qui al 2040, sempre che i 190 Stati firmatari mantengano  gli impegni presi.

Nel 2015 le emissioni di CO2 correlate all’energia sono rimaste stabili sia per la riduzione pari all’1,8% dell’intensità energetica dell’economia globale, sia per la diffusione su scala mondiale dell’utilizzo di fonti di energia più pulita, per lo più rinnovabili.  Il WEO 2016 ha evidenziato una quota crescente di circa 1.800 miliardi di dollari impiegati ogni anno nel settore energetico, che è stata assorbita da investimenti in energia pulita e un calo vertiginoso degli investimenti nello sviluppo di petrolio e gas. Il fabbisogno energetico mondiale continua a crescere: da qui al 2040 la richiesta di energia aumenterà del 30%, con un maggior sviluppo delle fonti di energia più moderne.  La distribuzione dell’energia però non risulterà omogenea: oltre 500 milioni di persone continueranno a non avere accesso all’elettricità e 1,8 miliardi utilizzeranno ancora nel 2040 la biomassa solida per la cottura dei cibi.

Congiuntura elettrica, anche in gennaio la recessione incombe

Certamente, immaginare che dopo le tristezze del bilancio elettrico di chiusura del 2012 il gennaio successivo potesse aprire le porte ad un panorama di ripresa economica erano molto avventate, se non del tutto vane. Ma i dati diffusi da Terna relativi al bilancio elettrico del primo mese del 2013 sono più che deludenti, sono allarmanti.

I numeri dicono che la domanda di energia elettrica nel Paese è calata in gennaio di 2 punti percentuali rispetto al gennaio del 2012, che diventano 2,4 depurando il dato dagli effetti meteorologici e di calendario (una giornata lavorativa in più e mezzo grado di temperatura media in più). Risultato: la domanda è passata da 24,2 miliardi di kWh a 23,6, attestandosi sui livelli medi dei mesi di gennaio dell’inizio dello scorso decennio. La potenza massima richiesta si è assestata introno ai 50 mila MW, valore da mettere in confronto con gli oltre 100 mila MW di potenza attualmente installata (al netto del fotovoltaico, che vale altri 17 mila MW).

Chicco Testa sul canone Rai in bolletta: “Il tempo stringe, siamo in ritardo, molti problemi ancora da risolvere”

Siamo al 15 febbraio, ma le imprese del settore ancora non sanno come dovranno esigere il canone Rai che il Governo ha voluto inserire nelle bollette dell’energia elettrica”. Così Chicco Testa, Presidente di Assoelettrica, lancia l’allarme sulla complicata questione del canone in bolletta. “Il rischio è che si arrivi impreparati alla scadenza del prossimo luglio.

Le imprese devono predisporre i necessari sistemi informatici per emettere le nuove fatture modificate, bisogna incrociare le banche dati, occorre chiarire una lunga serie di problemi che ancora non sono stati sciolti, dalla questione dei ritardati pagamenti, alla morosità, dall’eventualità di un cambio di fornitore ai pagamenti parziali, dai reclami ai contratti non residenti. Insieme a Utilitalia, abbiamo preparato un documento circostanziato che elenca tutti i problemi aperti, ma il Ministero per lo Sviluppo economico ancora non ci ha dato risposta. E il tempo ormai stringe

RINNOVABILI 3 – LA CINA DOMINA LA CORSA

La Cina continua a segnare il passo nella sfida con gli Stati Uniti nel settore delle energie rinnovabili. L’ulteriore prova arriva dal rapporto “Who’s Winning the Clean Energy Race” basato sui dati Bloomberg New Energy Finance e pubblicato da Pew Charitable Trusts, un’organizzazione no-profit con sede negli Stati Uniti.

In base al rapporto la Cina si aggiudica il primo posto nella classifica delle nazioni che hanno investito maggiormente nelle energie pulite, superando gli Stati Uniti, scesi al terzo posto dopo la Germania.

Gli investimenti sono cresciuti a livello globale del 630 per cento dal 2004. L’Europa è rimasta il destinatario principale degli investimenti in energie rinnovabili, attirando 94,4 miliardi dollari, guidata dalla Germania (41,2 miliardi dollari) e a seguire dall’Italia (13,9 miliardi dollari).
Secondo il rapporto della Pew, nel 2010 gli Usa hanno investito 34 miliardi di dollari (circa 24 miliardi di euro) in fonti rinnovabili, con un aumento del 51% rispetto al 2009, contro i 54,4 miliardi di dollari (circa 38 miliardi di euro) della Cina e i 41,2 miliardi di dollari (circa 29,2 miliardi di euro) della Germania. Per la prima volta l’India entra nella “top 10” con 4 miliardi $ (+25%).