Prende forma la nuova tariffa D1 per le pompe di calore

L’Autorità dell’Energia ha pubblicato un documento di consultazione (52/2014/R/EEL) dove indica le sue proposte per una precisa definizione della nuova tariffa D1, quella tariffa sperimentale che dal 1° luglio prossimo potrà essere applicata su base volontaria agli utenti domestici che riscaldano la propria abitazione di residenza utilizzando esclusivamente pompe di calore elettriche (se installate dal 2008 in poi). Una sperimentazione che si concluderà il 31 dicembre 2015.

La nuova tariffa D1 permetterà di superare i vincoli imposti dalla attuale tariffa progressiva D2 con cui il costo medio della fornitura aumenta all’aumentare dei consumi (si veda in blu scuro nel grafico in alto) e disincentiva un incremento del consumo di energia elettrica anche se legato ad un uso più efficiente. La nuova D1 eviterà la necessità di passare alla più onerosa tariffa D3 se la pompa di calore richiede una potenza contrattuale superiore ai 3 kW e non obbligherà in alternativa gli utenti ad installare un secondo contatore (con tariffa BTA, bassa tensione altri usi) per alimentare la pompa di calore.

L’intervento dell’Autorità riguarda in particolare i criteri per l’applicazione delle componenti A e UC degli oneri generali di sistema alla tariffa D1-PdC. Per la tariffa D1 di riferimento (tariffa cost-reflective che esiste da tempo ma non viene applicata alle utenze finali) infatti queste componenti non sono definite.

Per le componenti A e UC della tariffa D2 attualmente vengono definite quattro diverse aliquote crescenti al crescere dello scaglione di consumo, secondo una struttura progressiva. Con la tariffa D3 è applicata su tutto il consumo l’aliquota dello scaglione di consumo più elevato della tariffa D2. Per la tariffa BTA è applicata un’unica aliquota indipendente dal livello di consumo, leggermente inferiore all’aliquota applicata per la D3.

Per la tariffa D1-PdC l’Autorità ritiene opportuno che l’aliquota per le componenti A ed UC debba assumere un valore fisso (cioè indipendente dai consumi) e pari al valore applicato per la tariffa BTA (6,689 c€/kWh nel I trimestre 2014). All’aliquota prima citata viene però aggiunta una componente fissa pari a 27,85 €/anno.

Per quanto riguarda invece le tariffe di rete alla tariffa sperimentale per le pompe di calore verranno applicate le componenti della tariffa D1 di riferimento, la cui quota variabile è anche in questo caso fissa (indipendente dai consumi) e molto inferiore a quella applicata alla D2 ed alla D3 per consumi elevati (è inferiore alla tariffa di rete relativa al 1° scaglione di consumo della D3 ed al 2° scaglione di consumo della D2).

In sostanza se si confrontano gli esborsi in bolletta per una tariffa D1-PdC ed una tariffa D3, con 6 kW di potenza contrattuale e per diversi livelli di consumo, è evidente il risparmio economico che sarà consentito dalla nuova tariffa sperimentale.

L’Autorità propone che gli utenti che decidono di accedere alla tariffa D1-PDC nel 2014 e nel 2015 possano mantenerla per ulteriori 10-12 anni anche qualora nel nuovo periodo regolatorio (dal 1°gennaio 2016) la tariffa non venisse estesa a tutti i clienti domestici.

L’Autorità ai fini dell’accesso alla tariffa D1-PdC considera ragionevole ritenere comunque ammissibile la presenza di particolari sistemi integrativi per il riscaldamento atti a garantire un adeguato comfort anche in presenza di condizioni climatiche particolarmente rigide, purché questi siano basati sull’utilizzo di fonti rinnovabili (ad es. caminetti, stufe a pellet, ecc.).

Rimane da vedere se, a seguito della consultazione (è possibile inviare osservazioni fino al 16 marzo 2014), ci saranno modifiche a quanto riportato, ma l’impostazione che troveremo dal 1°luglio prossimo nella nuova tariffa D1 è quella di una tariffa elettrica più ‘europea’ in cui il costo medio della fornitura cala al crescere dei consumi.

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