RINNOVABILI 3 – LA CINA DOMINA LA CORSA

La Cina continua a segnare il passo nella sfida con gli Stati Uniti nel settore delle energie rinnovabili. L’ulteriore prova arriva dal rapporto “Who’s Winning the Clean Energy Race” basato sui dati Bloomberg New Energy Finance e pubblicato da Pew Charitable Trusts, un’organizzazione no-profit con sede negli Stati Uniti.

In base al rapporto la Cina si aggiudica il primo posto nella classifica delle nazioni che hanno investito maggiormente nelle energie pulite, superando gli Stati Uniti, scesi al terzo posto dopo la Germania.

Gli investimenti sono cresciuti a livello globale del 630 per cento dal 2004. L’Europa è rimasta il destinatario principale degli investimenti in energie rinnovabili, attirando 94,4 miliardi dollari, guidata dalla Germania (41,2 miliardi dollari) e a seguire dall’Italia (13,9 miliardi dollari).
Secondo il rapporto della Pew, nel 2010 gli Usa hanno investito 34 miliardi di dollari (circa 24 miliardi di euro) in fonti rinnovabili, con un aumento del 51% rispetto al 2009, contro i 54,4 miliardi di dollari (circa 38 miliardi di euro) della Cina e i 41,2 miliardi di dollari (circa 29,2 miliardi di euro) della Germania. Per la prima volta l’India entra nella “top 10” con 4 miliardi $ (+25%).

Considerando solo gli investimenti su piccola scala, nel settore residenziale solare nei paesi del G20,questi sono aumentati del 100 per cento arrivando a quota 56,4 miliardi dollari. La Germania rappresenta oltre la metà del totale, seguita da Giappone, Francia, Italia e Stati Uniti.
Jennifer Granholm, consulente della Pew, sostiene che la rapida espansione della Cina nel campo dell’energia pulita “è stata favorita dalle politiche adottate da Pechino” e non dal basso costo della manodopera, come affermano alcune teorie. Uno sviluppo a cui la Cina non vuole rinunciare tanto che gli obiettivi ambientali sono al primo posto dell’agenda di governo di Pechino e contenuti nel XII piano quinquennale (2011-2015). La Cina, sta infatti considerando di raddoppiare il proprio obiettivo per il solare fotovoltaico per capacità di potenza nei prossimi cinque anni.

Per contro la politica americana lo scorso luglio ha mancato l’obiettivo di fissare una quota minima di investimenti da destinare alle energie low carbon, che secondo esperti e ambientalisti avrebbero dovuto fare da volano allo sviluppo del settore, incoraggiando le imprese che si occupano di fonti rinnovabili a investire nel Paese. Secondo Jennifer Granholm l’adozione da parte degli stati americani di disposizioni in materia di produzione minima di energia da fonti rinnovabili non è omogenea, ma dovrebbe essere potenziata per attirare gli investimenti. Nonostante ciò, secondo il rapporto della Pew, l’America mantiene una posizione di rilievo nel campo dell’efficienza energetica, grazie a investimenti pari a 3,3 miliardi di dollari (circa 2,3 miliardi di euro) e lo stanziamento di fondi venture capital e private equity destinati all’energia verde per circa 8,1 miliardi di dollari (circa 5,7 miliardi di euro). Agli Stati Uniti si deve infatti riconoscere il merito di avere ideato il sistema dei venture capital – adottato anche dalla Cina e da altre nazioni – strumento fondamentale per incoraggiare le imprese che operano nel settore green a investire in Paesi che offrono incentivi statali.

Dividendo gli investimenti mondiali 2010 per fonte, l’eolico resta il favorito con 95m.di $, ma è il solare ha registrare la crescita maggiore fino a 79 miliardi $ (+53%) e oltre 17 GW di nuova capacità installata. Dal punto di vista regionale, l’Europa rimane al vertice della classifica con 94,4 miliardi$ raccolti, la regione Asia/Oceania ha continuato a crescere raccogliendo 82,8 miliardi $ e le Americhe hanno visto aumentare gli investimenti del 35% a 65,8 miliardi $. La capacità di generazione globale da eolico, mini-idro, biomassa, solare, geotermico ed energia marina ha raggiunto i 388 GW.

In base allo studio, nel 2010 l’Italia ha raccolto 13,9 miliardi di dollari in finanziamenti e investimenti per l’energia pulita (+124% rispetto al 2009), salendo dal 9° al 4° posto della classifica mondiale. Il 62% degli investimenti nel nostro Paese (8,6 miliardi $) è andato a progetti fotovoltaici di piccole dimensioni, mentre 4,5 miliardi $ sono stati destinati al settore eolico. Alla fine dello scorso anno, l’Italia poteva contare su una capacità da rinnovabili pari a 16.700 MW, di cui 5.890 eolici, 6.520 MW solari e 2.540 mini-idro. In particolare lo studio “Who’s Winning the Clean Energy Race?” scrive che l’Italia, grazie ai prezzi elevati delle energie tradizionali e alle abbondanti risorse di energia solare, si aggiudica il titolo di primo paese al mondo a raggiungere la gridparity, vale a dire il costo-competitività per l’energia solare.

L’Italia è stata tra i Paesi che hanno registrato il più incredibile aumento dei progetti per l’energia solare su scala ridotta e in ambito residenziale, cresciuti a livello mondiale del 100% fino a 59,6 miliardi $. Tuttavia è difficile capire come mai i produttori italiani abbiano in buona parte fallito l’obiettivo di ricavarsi una posizione in questo settore in crescita esponenziale, nonostante le evidente risorse dell’Italia. Per contro la Cina è diventato il maggiore esportatore al mondo di pannelli solari, ed è la sede delle maggiori aziende di produzione come Suntech Power, JA Solar, Trina Solar e LDK Solar. Supponendo che queste aziende continuano a mantenere una quota importante del mercato interno della Cina, un nuovo obiettivo solare fotovoltaico di 10 GW aiuterebbe la Cina a raggiungere la propria indipendenza energetica.

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