La notizia gira da qualche mese ma dopo alcune secche smentite era stata relegata implicitamente a bufala da web, ieri però il Corriere della Sera sul proprio sito internet ha pubblicato un filmato dal titolo piuttosto inquietante Canone Rai: “Pagheremo meno, pagheremo tutti, con la bolletta elettrica”, sottotitolo: “L’importo andrà dai 30 agli 80 euro, in base al reddito. […]“.
Già dal titolo non pare una buona idea, e già dal sottotitolo si cade in contraddizione… perchè cosa c’entra la bolletta elettrica con il reddito? La bolletta elettrica distingue tra casa di residenza e non (ma sulla seconda casa il canone tv non si paga), la bolletta indica qual’è la potenza elettrica installata a casa di un utente e quanta energia viene consumata, ma ad esempio che 1.200 kWh/anno siano consumati da una persona anziana con pensione minima o da un single benestante spesso fuori casa la bolletta non permette di discriminarlo e i due soggetti pagano la stessa cifra. A parte questo la nostra bolletta domestica è basata su una impostazione progressiva che parte dal (discutibile) presupposto che chi più consuma è più abbiente.
Nel filmato del Corriere effettivamente il sottosegretario Giacomelli (con deleghe alle telecomunicazioni) e il vicepresidente del consiglio di vigilanza Rai Margiotta sembrano dare l’inserimento del canone Rai in bolletta come cosa (quantomeno) possibile. E non sembra molto più rassicurante o chiarificatrice l’ intervista al sottosegretario Giacomelli comparsa su Il Tirreno che non parla espressamente di bolletta elettrica ma in cui si legge “(il versamento) terrà conto delle condizioni di ognuno, ma non verrà agganciato al reddito” ed “Il pensionato, se non esentato, pagherà 30-35 euro; l’importo più elevato sarà di 80”.
Per quanto riguarda la bolletta elettrica si sta già lavorando nel difficile tentativo di liberarla di parte degli oneri aggiuntivi che la caricano di una pesante zavorra (il costo dell’energia vera e propria nella bolletta ‘tipo’ pesa per meno del 40% del totale) cosa che tralaltro rende difficile la competizione tra le imprese di vendita sul mercato libero, ‘annacquando’ negli oneri offerte magari molto interessanti dal punto di vista del prezzo dell’energia. Si sta inoltre lavorando ad una graduale eliminazione della progressività delle tariffe e quindi il canone sembra veramente l’ultima cosa di cui la bolletta ha bisogno.
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Comunque pur rimanendo più inclini a considerare la questione bolletta-canone una boutade (nel senso di cosa improbabile e di difficile applicazione) lavorando di fantasia si possono fare due conti molto approssimati su cosa comporterebbe l’applicazione del canone Rai nella bolletta elettrica.
Innanzitutto chi pagherebbe il canone Rai in bolletta? Chi possiede un apparecchio dotato di sintonizzatore tv e quindi (si presume) tutti gli utenti domestici, ma il canone per le seconde case non è dovuto, gli esercizi commerciali come bar e ristoranti per i loro apparecchi pagano un canone speciale ma il gettito annuo è piuttosto basso. I computer od i tablet, per quanto multimediali, non sono soggetti a pagamento del canone, cosa che sembra escludere il settore terziario oltre ad ovviamente i settori industriale ed agricolo (se non per uso sporadico di apparecchi radiotelevisivi). Per esclusione quindi rimangono soggette al pagamento le utenze domestiche e alcuni esercizi commerciali. Il gettito annuo attuale del canone Rai è attualmente dell’ordine di 1,7 miliardi di euro, posto che l’operazione verrebbe fatta espressamente per recuperare almeno parte dell’evasione sul canone quantificabile in circa 500-600 milioni l’anno si può ipotizzare che sulle bollette domestiche (di utenti residenti, al netto di quelli esonerati) verrebbero caricati oneri per circa 2 miliardi di euro.
Siccome si allude ad una certa progressività degli importi da corrispondere (variabili tra 30-35 e 80 euro), anche se non è chiaro in base a quali criteri, la nuova componente Ac (oneri relativi al canone Rai, componente appena inventata) non può essere inserita nella quota fissa della bolletta né essere fatta pagare in quota potenza ma dovrebbe essere fatta pagare in funzione dell’energia consumata (e quindi essere espressa in centesimi di euro/kWh).
Le utenze domestiche italiane nel 2013 secondo i dati dell’Autorità hanno consumato 59,64 TWh di energia elettrica, di questi 46,06 TWh consumati da utenti residenti con potenza impegnata fino a 3 kW (tariffa D2), 4,58 TWh sono stati consumati da utenze non di residenza con potenza fino a 3 kW (tariffa D3), i rimanenti 9 TWh sono stati consumati da utenti (residenti e non residenti) con impiego di potenza superiore a 3 kW (tariffa D3). Spalmando grossolanamente i circa 2 miliardi di euro sui consumi domestici risulterebbe un aggravio medio in bolletta pari a circa 30 €/MWh, ma le tariffe domestiche sono progressive con scaglioni di consumo, e se si spalmano i 2 miliardi con lo stesso criterio utilizzato per gli attuali oneri di sistema (*) risulterebbe in prima approssimazione che per l’utenza ‘tipo’ (tariffa D2, residente 2.700 kWh/anno di consumo e 3 kW di potenza contrattuale) si pagherebbe per il canone un sovracosto annuo di circa 60 euro. Per un utente dal basso consumo (tariffa D2, 1.500 kWh/anno,3 kW) si pagherebbero circa 30 euro. Per un utente con consumi più elevati e contatore da 4,5 kW (tariffa D3, 3.500 kWh/anno, 4,5 kW) si pagherebbe un ‘canone’ di 145 euro l’anno.
Di seguito un’immagine con struttura e costi dell’attuale bolletta domestica ‘tipo’ (a sinistra) e di come come potrebbe apparire con un ricarico del canone calcolato secondo l’attuale impostazione degli oneri di sistema (a destra).